RESPONSABILITÀ DEL MEDICO DEL PRONTO SOCCORSO PER OMESSO APPROFONDIMENTO DELLE CONDIZIONI DEL PAZIENTE
La Corte di Cassazione, Sez. Penale, con la sentenza n. 45602/2021 ha affermato la responsabilità del medico del Pronto Soccorso per omesso approfondimento delle condizioni del paziente.
Preliminarmente, ha chiarito che per l'esistenza del nesso causale, in base al disposto degli artt. 40 e 41 cod. pen., occorrono due elementi: il primo, positivo, secondo il quale la condotta umana deve aver posto una condizione dell'evento; il secondo, negativo, per cui il risultato non deve essere conseguenza dell'intervento di fattori eccezionali.
Pertanto, per la soluzione del caso sottoposto al suo esame, ha statuito che “a fronte della possibilità di una diagnosi differenziale non ancora risolta, costituisce obbligo del medico al quale sia stato sottoposto il caso compiere gli approfondimenti diagnostici necessari per accertare quale sia l'effettiva patologia che affligge il paziente e adeguare le terapie in corso a queste plurime possibilità”.
Allo stesso tempo, è stato precisato che “fino a quando il dubbio diagnostico non sia stato risolto e non vi sia alcuna incompatibilità tra accertamenti diagnostici e trattamenti medicochirurgici, il medico che si trovi di fronte alla possibilità di diagnosi differenziale non deve accontentarsi del raggiunto convincimento di aver individuato la patologia esistente quando non sia in grado, in base alle conoscenze dell'arte medica da lui esigibili (anche nel senso di chiedere pareri specialistici), di escludere patologie alternative, proseguendo gli accertamenti diagnostici e i trattamenti medico-chirurgici necessari”.
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