SINISTRO STRADALE: SE L'ASSICURAZIONE "PERDE TEMPO" PUO' ESSERE CONDANNATA A PAGARE IL QUADRUPLO PER LITE TEMERARIA
Se l’assicurazione, invece di risarcire i danni subiti a seguito di un sinistro, “perde tempo” decidendo di contrastare anche giudizialmente la richiesta di risarcimento avanzata dal danneggiato senza elementi idonei a resistere in giudizio, può essere condannata a pagare il quadruplo per lite temeraria.
E’ quanto è stato deciso dal Tribunale di Tivoli con una recente sentenza, la n. 2428/2015, con cui il Giudice ha condannato le compagnie assicurative dei veicoli responsabili di un incidente al pagamento delle spese aggravate, per lite temeraria ai sensi dell’art. 96, ultimo comma, c.p.c., per un importo pari al quadruplo delle spese processuali.
Il caso.
Un pedone, mentre attraversava una strada priva di strisce pedonali, veniva investito da un’autovettura proveniente ad alta velocità.
Giungeva da dietro un altro veicolo che, a causa del tamponamento, spingeva la prima macchina facendola salire sul corpo del pedone.
I danni quantificati anche in sede di ctu in favore del danneggiato venivano liquidati nella misura di € 213.000 di cui, il 95% addebitabili alla prima autovettura a causa della velocità riconosciuta non adeguata alla situazione e allo stato dei luoghi, mentre il 5% veniva riconosciuto in capo alla seconda vettura.
Inoltre, il Tribunale ha deciso di gravare entrambe le compagnie assicuratrici del pagamento delle spese di giudizio aggravate per lite temeraria, per non aver liquidato il danno ed aver resistito in giudizio basandosi su “elementi del tutto trascurabili o addirittura equivoci”, nel rispetto della ragione dell’istituto delle spese aggravate finalizzato a disincentivare le cause defatigatorie e strumentali, soprattutto in quei casi in cui è evidente la posizione di vantaggio che parte colposamente resistente vanta nel confronti dell'avente ragione, resistendo in un inutile contenzioso rallentando ulteriormente la giustizia, nell’evidente tentativo di indurre il danneggiato ad accettare somme inferiori, esponendolo al rischio di errori processuali anche a causa dei lunghi tempi della giustizia.
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